CORRELAZIONE TRA CONSUMO ECCESSIVO DI ZUCCHERO E OBESITA’

Negli ultimi 30 anni l’obesità è incrementata a livello globale, in diversi settori; nel 2022, in tutto il mondo, 1 persona su 8 nel mondo era obesa, considerando come l’obesità negli adulti appare più che raddoppiata a livello mondiale dal 1990, mentre quella negli adolescenti è quadruplicata.
Nel 2022, 2,5 miliardi di adulti (di età pari o superiore a 18 anni) erano in sovrappeso, e di questi 890 milioni erano obesi; il 43% degli adulti di età pari o superiore a 18 anni era in sovrappeso e il 16% era obeso.
Il sovrappeso è una malattia cronica complessa caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso che può compromettere la salute; l’obesità può incrementare il rischio di diabete di tipo 2 e malattie cardiache, può influire sulla salute delle ossa e sulla riproduzione e aumenta il rischio di alcuni tipi di tumori.

L’OMS ha stimato che nel mondo esistono 1,9 miliardi di adulti in sovrappeso, di cui 600 milioni obesi; con riferimento alla popolazione mondiale, equivale al 13% della popolazione adulta.
L’obesità si verifica quando l’apporto energetico derivante dal consumo di cibo o bevande è superiore al dispendio energetico attraverso il metabolismo o l’esercizio fisico;  generalmente si reputa che una persona sia obesa nella condizione in cui il suo IMC supera i 30 kg/m2.
L’obesità è stata inclusa per la prima volta negli elenchi internazionali delle malattie e delle cause di morte nel 1948; allo stato odierno, secondo l’Obesity Medicine Association, l’obesità è definita come una malattia cronica, recidivante, multifattoriale e neurocomportamentale, in cui un incremento del grasso corporeo favorisce la disfunzione del tessuto adiposo, con effetti deleteri a livello metabolico e psicosociale.

L‘accuratezza dell’IMC è, sovente, posta in discussione, in quanto individui di diversa altezza o corporatura possono detenere valori di IMC simili, ma proporzioni diverse di grasso corporeo totale.

Il termine consumo di zuccheri aggiunti si riferisce agli zuccheri non presenti naturalmente negli alimenti, che consistono principalmente nel saccarosio; in pratica, gli zuccheri aggiunti sia alle bevande sia agli alimenti.
Come si inserisce lo zucchero nell’epidemia di obesità?
L’eccessivo consumo di alimenti non salutari e di bevande analcoliche zuccherate è stato collegato all’incremento di peso, in quanto reputata una fonte importante e inutile di calorie con scarso o nullo valore nutrizionale.
Nel 2010, l’OMS ha commissionato una revisione sistematica della letteratura per rispondere a una serie di domande connesse agli effetti degli zuccheri sull’eccesso di adiposità; Il risultato stabilisce come l’assunzione di zuccheri costituisce un elemento determinante del peso corporeo nelle persone.

Il consumo totale di zucchero è incrementato dal 1970 al 1999, raggiungendo il picco nel 1999 con 111,0 grammi al giorno; l’aumento del consumo totale di zucchero è stato, sostanzialmente, parallelo all’incremento dell’obesità negli Stati Uniti.
Comunque, nonostante l’aumento dell’obesità sia da identificare a una moltitudine di fattori, tra cui l’assenza di attività fisica e l’incremento delle calorie assunte, i cambiamenti radicali nel consumo di zucchero costituiscono un candidato principale che può contribuire in modo indipendente all’aumento dell’obesità.

Gli zuccheri sono ampiamente presenti nel nostro ambiente alimentare e vengono, generalmente, introdotti come componenti naturali di molti alimenti o come additivi; in tal senso, i dolcificanti vengono talvolta aggiunti agli alimenti durante la lavorazione o la preparazione per il consumo.
Pertanto, comprendere il processo attraverso il quale gli zuccheri ingeriti vengono scomposti e poi convertiti in grasso e immagazzinati nel corpo umano è della massima rilevanza; lo zucchero è consumato per via orale principalmente sotto forma di glucosio, fruttosio, lattosio, saccarosio e come amido polisaccaride.
Una piccola ma significativa quantità di amido è convertita in maltosio dall’amilasi nella cavità orale; tali saccaridi si spostano dalla cavità orale allo stomaco attraverso l’esofago.

Nello stomaco, c’è solo una parziale digestione degli zuccheri a causa delle forze meccaniche e del basso pH; l’intestino tenue è il luogo in cui la maggior parte degli zuccheri viene digerita e assorbita.
I due monosaccaridi primari, glucosio e fruttosio, vengono quindi trasportati attraverso l’epitelio dell’intestino tenue e nel sistema circolatorio.

Sebbene lo zucchero sia necessario per una vita sana, continuiamo a consumarne più del 300% della quantità giornaliera raccomandata; tali livelli possono descrivere i possibili impatti del consumo di zucchero sui tassi di cambiamento nella prevalenza dell’obesità.
È fondamentale non identificare gli zuccheri come il nemico da evitare a tutti i costi; essi sono un componente naturale e integrante di molti alimenti, considerando come il cervello utilizza il monosaccaride glucosio come fonte primaria di energia.
Una correlazione positiva tra consumo di zucchero e obesità è evidente solo quando lo zucchero è introdotto in eccesso; tuttavia, per una comprensione globale delle cause dell’obesità, appare necessario prendere in considerazione fattori quali l’attività fisica, lo stato economico e il consumo di altri macronutrienti, quali i grassi.

FONTE

Faruque, S., Tong, J., Lacmanovic, V., Agbonghae, C., Minaya, D. M., & Czaja, K. (2019). The dose makes the poison: sugar and obesity in the United States–a review. Polish journal of food and nutrition sciences, 69(3), 219.

Chiadi E Ndumele, Obesity, Sugar and Heart Health, in www.hopkinsmedicine.org 

Stanhope, K. L. (2016). Sugar consumption, metabolic disease and obesity: The state of the controversy. Critical reviews in clinical laboratory sciences, 53(1), 52-67.

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