ChatGPT non dovrebbe mai essere adoperato per la compilazione della tesi di laurea; sebbene lo strumento permetta una ricerca rapida delle informazioni, gli esperti evidenziano numerosi limiti.
Giova evidenziare come Turnitin, il potente strumento antiplagio, pur non riscontrando le informazioni generate da ChatGPT, comunque rileva la scrittura assistita dall’intelligenza artificiale,
E’ certamente vero che ChatGPT ha reso agevole la ricerca delle fonti, nell’ambito della tesi di laurea, ma è, ormai, evidente che l’utilizzo di ChatGPT possa aumentare il plagio negli elaborati.
Molti docenti ritengono che utilizzare ChatGPT per sviluppare la tesi significa incorrere in difetti di paternità; in pratica, il lavoro non evidenzia che è stato creato dallo studente.
Considerando che la tesi di laurea permette agli studenti di dimostrare competenze di ricerca come la revisione della letteratura, le ipotesi e gli obiettivi, nel momento in cui si chiede la bibliografia o la fonte da cui è stata estratta l’informazione, ChatGPT la genera, ma nel controllo emerge che, in taluni casi, gli articoli o gli autori citati dall’IA non esistono, portando, inoltre, ad un rischio di plagio elevato.
Ciò che è rilevante nel lavoro, di tesi, dello studente è l’interazione con il tutor, e le ore di ricerca in biblioteca e sulle banche dati; sfuggire all’interazione umana può comprimere le capacità di ricerca degli studenti, come il pensiero critico o la risoluzione dei problemi.
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